Cos’è il sentire? Nella Ricalibrazione Planetaria lo focalizziamo nella percezione manuale ma il sentire è prima di tutto l’abitudine sacra al chiedere.

Chiedere al Divino anche attraverso la percezione manuale per ogni cosa anche se ti sembra banale è un atto che ti pone in relazione, semplice, costante, pratica con il Divino.

Alcuni possono essere portati a credere di essere in errore nel chiedere costantemente al Divino, hanno la percezione di essere di troppo, di abusare del Divino… Costoro hanno invece bisogno di rivalutare molto la propria personale importanza.

Il Divino può anche non manifestare risposte, ma è sano e lecito interrogarci su come sia Consonante agire, giorno per giorno anche nelle piccole cose. Chiedere ad un ente superiore è il miglior modo per stabilire un rapporto di fiducia con quell’ente, costante, alimentata nel tempo. È come relazionarci con un caro amico. La vera impresa sta nel affidarci al consiglio che dal Divino ci proviene. Poiché quando chiediamo non possiamo più far finta di non aver sentito. Quando ci rivolgiamo ad un ente superiore e questo ci dona una risposta, fosse anche un “si o no” tramite la percezione manuale, ma poi non seguiamo il consiglio dato che succede? Abbiamo chiesto ma scegliamo di ignorare la risposta? Se lo facciamo con una persona, con un caro amico, dopo un po’ questo smetterà di volersi relazionare con noi, in quanto chiediamo ma poi non ascoltiamo. Col Divino, violare la sacralità della relazione, porta solo al negare quel Divino.

Domanda: Come fa a parlarmi il Divino?

Risposta: Il Divino ci può parlare solo finché coltiviamo il Divino dentro di noi. È il Divino dentro di noi che fa da ricettore, da antenna per il Divino al quale oltre di noi ci rivolgiamo.

Domanda: Sono degno o degna di agire e comunicare col Divino? Come faccio a capirlo? Ho bisogno di prepararmi per questo? Di fare diete, di cambiare stile di vita, di vestirmi in modo diverso, di ascoltare mantra o musica classica per farlo?

Risposta: Tutti siamo degni. Nulla centra come ci vestiamo, quale musica ascoltiamo, quali cibi mangiamo, quali atti abbiamo compiuto o pensato di compiere in vita. Il Divino non guarda la fedina penale reale o immaginaria, così come non guarda quello che noi umani riteniamo sia un peccato. Per il Divino siamo tutti egualmente degni.

Domanda: Se siamo tutti degni è ingiusto! Un criminale, un omicida sarebbero alla pari di me che non mangio animali? Che sono vittima delle circostanze? Che mi comporto sempre bene?

Risposta: Metti da parte il tuo senso di vendetta, la necessità di punire altri per il dolore che provi. Questo nulla centra col Divino. Lavora sul riconoscere la rabbia, e sul nucleo di dolore di non essere visti, di essere negati, di voler essere riconosciuti dai propri genitori con i quali lotti pur di farti vedere, che poi hai traslato nella figura del Divino, così come in ogni altra figura a cui consciamente o meno attribuisci autorità.

Tuttavia c’è un solo requisito per comunicare col Divino, per coltivare quel Divino in se: Spalancargli il COR. Il Cuore, il sentire l’appartenenza al sacro. Aprire il cuore con fiducia, con dedizione, con COR-aggio, null’altro.

Se noi apriamo la porta dentro di noi e ci muoviamo verso il Divino ecco che ci stiamo ponendo nelle condizioni sane. Al Divino poi sta la risposta.

Se restiamo immobili e pretendiamo che dall’esterno giunga la salvezza, la soluzione, senza esserci messi in gioco come può il Divino comunicare con noi finché la porta del Cuore è chiusa?

Domanda: Se il Divino mi dice che le persone mi vogliono fare del male e che devo attaccarle e ferirle?

Risposta: In quel caso non è il Divino, è la tua mente. È segno di psicosi e va curata. Il COR è gravato da traumi, da confusione, il microbioma è in totale squilibrio, il corpo calloso e gli emisferi celebrali completamente sfasati, l’Asse Celeste tormentato.. Ecco che c’è modo di comprendere quando non è il Divino ma è una malattia mentale e va assistita anche tramite percorsi di psicoterapia.

Ricordati infine che il sentire è nella società attuale pesantemente negato. Veniamo educati al non sentire, perché sentiamo ma ci viene fatto capire che ciò che sentiamo è spesso scomodo, mette a disagio, va taciuto. Da questo, dai taboo infantili, da ciò che riconosciamo come reale dentro di noi, ma ci viene detto che non è reale, o capiamo che non se ne può parlare, da qui iniziamo a negare il sentire. Da adulti diventiamo così assuefatti dal negare il sentire che non riconosciamo più cosa vuol dire possedere un sano istinto.

Il sentire e l’istinto sono strettamente legati. Lo stesso istinto quando è sano ci è vitale e ci mostra esattamente cosa avviene intorno a noi e dentro di noi, l’istinto è la base del sentire. Quando sopprimiamo l’istinto perché crediamo che sia una cosa negativa, di cui vergognarsi, o peggio finiamo per credere di fare danni di essere pericolosi se ascoltiamo l’istinto… ma questo nasce da una mancata confidenza con l’istinto, da una mancata educazione all’ascolto e alla gestione consapevole dell’istinto. Nessuno ci ha detto che possiamo accogliere l’istinto e riconoscerlo anche senza seguirne gli impulsi. Ci hanno solo mostrato due scelte… o cedere alle pulsioni e fare danni, o negarle. Invece possiamo accoglierle e decidere se è sano e consonante assecondare l’istinto o seguire un altra strada.

Dall’istinto sanamente educato e riconosciuto nasce la percezione trascendente del Divino.

Dall’istinto riconosciuto e sanamente educato può nascere il senso del cosa sei giunto o giunta qui a compire.

In questo non ci sono “livelli”, non ci sono maestri, non ci sono persone migliori. Trai dagli Dei Ispirazione, dagli uomini confronto, dal tuo Divino incarnato guida. Tutti abbiamo un compito che è sacro e Divino e nessuno al mondo può conoscerlo, o rivelarcelo, tranne il sacro che dimora in noi.

Coltiva il senso di realizzare il Divino in te. Questo ha a che fare solo con la disciplina interiore, con il realizzare il COR, con il seguire la Divina Ispirazione. Quindi vivi nel mondo come una persona Vera, non come uno zombie dalla mente spenta e mossa come un burattino da chi sa come manipolare le passioni, le necessità e le paure. Vivi nel mondo, non negare il mondo poiché esso è Divino quanto te.

Cos’è il sentire? Nella Ricalibrazione Planetaria lo focalizziamo nella percezione manuale ma il sentire è prima di tutto l’abitudine sacra al chiedere.

Chiedere al Divino anche attraverso la percezione manuale per ogni cosa anche se ti sembra banale è un atto che ti pone in relazione, semplice, costante, pratica con il Divino.

Alcuni possono essere portati a credere di essere in errore nel chiedere costantemente al Divino, hanno la percezione di essere di troppo, di abusare del Divino… Costoro hanno invece bisogno di rivalutare molto la propria personale importanza.

Il Divino può anche non manifestare risposte, ma è sano e lecito interrogarci su come sia Consonante agire, giorno per giorno anche nelle piccole cose. Chiedere ad un ente superiore è il miglior modo per stabilire un rapporto di fiducia con quell’ente, costante, alimentata nel tempo. È come relazionarci con un caro amico. La vera impresa sta nel affidarci al consiglio che dal Divino ci proviene. Poiché quando chiediamo non possiamo più far finta di non aver sentito. Quando ci rivolgiamo ad un ente superiore e questo ci dona una risposta, fosse anche un “si o no” tramite la percezione manuale, ma poi non seguiamo il consiglio dato che succede? Abbiamo chiesto ma scegliamo di ignorare la risposta? Se lo facciamo con una persona, con un caro amico, dopo un po’ questo smetterà di volersi relazionare con noi, in quanto chiediamo ma poi non ascoltiamo. Col Divino, violare la sacralità della relazione, porta solo al negare quel Divino.

Domanda: Come fa a parlarmi il Divino?

Risposta: Il Divino ci può parlare solo finché coltiviamo il Divino dentro di noi. È il Divino dentro di noi che fa da ricettore, da antenna per il Divino al quale oltre di noi ci rivolgiamo.

Domanda: Sono degno o degna di agire e comunicare col Divino? Come faccio a capirlo? Ho bisogno di prepararmi per questo? Di fare diete, di cambiare stile di vita, di vestirmi in modo diverso, di ascoltare mantra o musica classica per farlo?

Risposta: Tutti siamo degni. Nulla centra come ci vestiamo, quale musica ascoltiamo, quali cibi mangiamo, quali atti abbiamo compiuto o pensato di compiere in vita. Il Divino non guarda la fedina penale reale o immaginaria, così come non guarda quello che noi umani riteniamo sia un peccato. Per il Divino siamo tutti egualmente degni.

Domanda: Se siamo tutti degni è ingiusto! Un criminale, un omicida sarebbero alla pari di me che non mangio animali? Che sono vittima delle circostanze? Che mi comporto sempre bene?

Risposta: Metti da parte il tuo senso di vendetta, la necessità di punire altri per il dolore che provi. Questo nulla centra col Divino. Lavora sul riconoscere la rabbia, e sul nucleo di dolore di non essere visti, di essere negati, di voler essere riconosciuti dai propri genitori con i quali lotti pur di farti vedere, che poi hai traslato nella figura del Divino, così come in ogni altra figura a cui consciamente o meno attribuisci autorità.

Tuttavia c’è un solo requisito per comunicare col Divino, per coltivare quel Divino in se: Spalancargli il COR. Il Cuore, il sentire l’appartenenza al sacro. Aprire il cuore con fiducia, con dedizione, con COR-aggio, null’altro.

Se noi apriamo la porta dentro di noi e ci muoviamo verso il Divino ecco che ci stiamo ponendo nelle condizioni sane. Al Divino poi sta la risposta.

Se restiamo immobili e pretendiamo che dall’esterno giunga la salvezza, la soluzione, senza esserci messi in gioco come può il Divino comunicare con noi finché la porta del Cuore è chiusa?

Domanda: Se il Divino mi dice che le persone mi vogliono fare del male e che devo attaccarle e ferirle?

Risposta: In quel caso non è il Divino, è la tua mente. È segno di psicosi e va curata. Il COR è gravato da traumi, da confusione, il microbioma è in totale squilibrio, il corpo calloso e gli emisferi celebrali completamente sfasati, l’Asse Celeste tormentato.. Ecco che c’è modo di comprendere quando non è il Divino ma è una malattia mentale e va assistita anche tramite percorsi di psicoterapia.

Ricordati infine che il sentire è nella società attuale pesantemente negato. Veniamo educati al non sentire, perché sentiamo ma ci viene fatto capire che ciò che sentiamo è spesso scomodo, mette a disagio, va taciuto. Da questo, dai taboo infantili, da ciò che riconosciamo come reale dentro di noi, ma ci viene detto che non è reale, o capiamo che non se ne può parlare, da qui iniziamo a negare il sentire. Da adulti diventiamo così assuefatti dal negare il sentire che non riconosciamo più cosa vuol dire possedere un sano istinto.

Il sentire e l’istinto sono strettamente legati. Lo stesso istinto quando è sano ci è vitale e ci mostra esattamente cosa avviene intorno a noi e dentro di noi, l’istinto è la base del sentire. Quando sopprimiamo l’istinto perché crediamo che sia una cosa negativa, di cui vergognarsi, o peggio finiamo per credere di fare danni di essere pericolosi se ascoltiamo l’istinto… ma questo nasce da una mancata confidenza con l’istinto, da una mancata educazione all’ascolto e alla gestione consapevole dell’istinto. Nessuno ci ha detto che possiamo accogliere l’istinto e riconoscerlo anche senza seguirne gli impulsi. Ci hanno solo mostrato due scelte… o cedere alle pulsioni e fare danni, o negarle. Invece possiamo accoglierle e decidere se è sano e consonante assecondare l’istinto o seguire un altra strada.

Dall’istinto sanamente educato e riconosciuto nasce la percezione trascendente del Divino.

Dall’istinto riconosciuto e sanamente educato può nascere il senso del cosa sei giunto o giunta qui a compire.

In questo non ci sono “livelli”, non ci sono maestri, non ci sono persone migliori. Trai dagli Dei Ispirazione, dagli uomini confronto, dal tuo Divino incarnato guida. Tutti abbiamo un compito che è sacro e Divino e nessuno al mondo può conoscerlo, o rivelarcelo, tranne il sacro che dimora in noi.

Coltiva il senso di realizzare il Divino in te. Questo ha a che fare solo con la disciplina interiore, con il realizzare il COR, con il seguire la Divina Ispirazione. Quindi vivi nel mondo come una persona Vera, non come uno zombie dalla mente spenta e mossa come un burattino da chi sa come manipolare le passioni, le necessità e le paure. Vivi nel mondo, non negare il mondo poiché esso è Divino quanto te.

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