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Molti anni fa durante una sessione una cliente mi chiese se potevo cercare le cause di una dinamica che si era trovata a vivere. Procedetti normalmente cercando con la percezione eterica manuale il momento nel tempo in cui la Dissonanza associata alla tematica si era manifestata nella sua vita per la prima volta. Possiamo sempre cercare a ritroso nel tempo il momento in cui un informazione eterica si è generata, e in che dimensione eterica, comprendendone in questo modo l’essenza e facendo luce su cosa stavamo vivendo in quel momento, che scelte sono state fatte, e che quali conseguenze ciò abbia potuto portare. Questo ci permette anche di operare con molta precisione per dissolvere la tematica, con la regola del minimo sforzo nel “punto giusto” che porta il massimo risultato.
Ad esempio se pratichiamo su un incidente d’auto possiamo in realtà tornare indietro alle scelte che ci hanno condotti a trovarci in quell’auto in quella strada in quel momento e capire quindi se abbiamo deviato dal nostro percorso di vita, o al contrario se l’incidente è venuto con poca grazia a riportarci sulla “retta via”. Perché magari prima stavamo scappando dal nostro reale destino, il quale è la manifestazione potenziale di ciò che siamo, dei talenti e delle capacità innate che siamo venuti a coltivare o realizzare. O perché siamo destinati a cose più grandi, ma stavamo vivendo la vita di altri, che altri avevano deciso e proiettato su di noi, non la nostra.
Ma torniamo a quella sessione di molti anni fa. Tornai indietro con la percezione manuale, di 5 anni, di 10 anni, di 20 anni… Senza trovare un punto d’inizio della tematica. Tornai indietro direttamente ai primi 3 anni di vita e ancora niente. Si perché quasi il 90% delle dinamiche che elaboriamo nella vita nasce nei primi 3 e 5 anni di vita. Tornai alla nascita e ancora niente, quindi mi spostai sui 9 mesi della gestazione. Ma ancora niente. Verificai se l’evento era avvenuto al concepimento e ancora risultato negativo. L’informazione, la dissonanza relativa alla tematica sembrava essere sempre stata presente. A quel punto testai con le mani dentro ciò che in Ricalibrazione chiamiamo l’<strong>Akasha Personale</strong> del cliente (la sua eternità) se l’informazione della dissonanza attuale era percepibile nel salto che fra le vite precede a questa vita. La risposta fu affermativa, e istantaneamente mi si dispiegò alla vista eterica l’immagine di un esistenza precedente in cui al suo termine una donna orientale, giaceva stesa a terra in una foresta tropicale con parte del costato nella zona del fegato squarciato e dilaniato come da zanne. Praticamente stavo osservando una donna sbranata da una tigre o altro animale selvatico. Perplesso ne parlai alla cliente, la quale mi chiese se il tumore benigno che aveva nel fegato fin dalla nascita potesse centrare qualcosa… Tumore del quale ignoravo l’esistenza.
Ora come può un tumore benigno cioè che non cresce, trovarsi nel fegato di un bambino appena nato? È davvero possibile che fosse la conseguenza di uno shock non elaborato vissuto in un altra esistenza?

Questo chiaramente non toglie nulla alla medicina ed alle cure mediche (la sessione NON era sul tumore), ma vuole indagare animicamente le cause prime delle nostre vicissitudini attuali per mettere tutti i tasselli del puzzle al loro giusto posto e avviare finalmente profondi processi di Liberazione.

Il concetto di eternità dell’essenza umana è in diverse forme ben noto nelle varie tradizioni primordiali. Nella tradizione mediterranea citiamo ad esempio Pitagora di Samo il quale asseriva di poter ricordare numerose sue incarnazioni passate. Per Pitagora il ricordare passate esistenze era uno strumento per educare la mente, al quale sottoponeva tutti coloro che erano desiderosi di divenire suoi discepoli. Perché presumibilmente sfaldava l’attaccamento che abbiamo con i concetti di spazio, di tempo, e di realtà. In quanto spalancare la mente è la condizione primaria per un iniziato che vuole ottenere potere su di se e sulla realtà.

In questo stesso senso va citato Giordano Bruno: “Nascendo in questo mondo cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi. Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.”.

Allo stesso modo nella tradizione induista permane in concetto di una “coscienza eterna che si trasmette di vita in vita” il quale a differenza di quanto avvenuto in occidente non è mai svanito, ma è parte della cultura tradizionale. Al punto che nel suo libro “Autobiografia di uno Yogi” Paramahansa Yogananda, grande divulgatore dello yoga in occidente nei primi del 900, descrisse di come un giorno mentre camminava in città con alcuni suoi allievi, riconobbe l’impronta eterica di altro allievo che anni prima era deceduto molto giovane. Yogananda descrisse come seguì quella traccia per tutta la città, che percepiva come leggera ma di cui era certo appartenesse al suo allievo, fino a bussare alla porta di una casa dove scoprì che era da poco nato un bambino. Yogananda non lasciò alcun dubbio nel indicare come quel bambino era la reincarnazione del suo vecchio allievo.

Va ricordato poi di come nella tradizione del buddismo tibetano, il Dalai Lama riceveva il titolo di “reincarnato” in quanto veniva detto essere la stessa coscienza che di vita, in vita, continuava a guidare il popolo tibetano. Il Tibet prima dell’occupazione da parte della Cina comunista era una teocrazia, il Dalai Lama era allo stesso tempo un capo di stato e un capo religioso.

Tornando in occidente già Platone nel mito di Theuth descrive il processo di come l’anima si scelga un po’ per sorte un po’ per volontà la sua esistenza successiva. Nella modernità tuttavia ciò viene considerato un esercizio di retorica e non il frutto della conoscenza primordiale dell’eternità dell’Essenza Umana.

Alcune correnti esoteriche occidentali Gnostiche riconoscono poi in alcuni passi dell’Eneide di Virgilio, l’indicazione del tempo occorrente ad un anima per tornare dalle “dimore degli eroi” al mondo dei vivi, suggerendo quindi che la tradizione sacrale latina comprendesse il concetto di reincarnazione. A tal pro va ricordato che Virgilio era noto per le sue doti oracolari e teurgiche. Non solo per l’essere stato un vate, un poeta sponsorizzato dall’imperatore Ottaviano Augusto. Di quella tradizione tuttavia è sopravvissuto ben poco, per cui oggi non abbiamo accademicamente modo di conoscere l’esatto pensiero dei nostri avi su tale materia. È quindi probabile che il concetto di immortalità dell’essenza fosse ben noto nei Misteri del mondo Latino primordiale, ovvero le vie iniziatiche riservate ai pochi. Conoscenza poi persa dall’occidente ma sopravvissuta in oriente.

Tuttavia nascendo nel mondo moderno va compreso come da un lato per ricordare altre esistenze sia necessario accedere ad un potenziale generalmente sopito nei più. Non solo poiché abbiamo ereditato per secoli un punto di vista che nega ogni esperienza extra-corporea definendola come “male”, a meno che non provenga dai racconti dei santi e anche in quel caso molti di quei santi prima di essere considerati tali hanno rischiato la negazione della loro esperienza in quanto ritenuti eretici o indemoniati. Ecco che parlare di un argomento come l’esistenza di una coscienza che continua a vivere dopo la morte e che addirittura ritorna ma apparentemente senza ricordi è un fatto inconcepibile e scatena rifiuto, paura, o negazione nei più.

Eppure attraverso le pratiche da me sperimentate negli anni ho osservato la non esistenza della morte e la realtà della coscienza eterna, come molti altri prima di me. Ho ricordato alcune delle passate esistenze della Forza Osservatrice e Co-Creatrice che in me dimora e a cui diamo banalmente il nome “anima”, ovvero ciò che ci anima, ci dona movimento, distinguendoci dagli oggetti inanimati, ovvero privi di moto. Eppure l’etere scorre sempre, costantemente, non esiste almeno in teoria etere fermo. Quindi ogni cosa è in un certo senso viva? Non solo, poiché ho assistito almeno a differenti categorie di esperienze che mi fanno vedere la non esistenza del concetto di morte e la realtà della coscienza che fluisce di vita in vita.

Ecco come come operatore e come istruttore di Ricalibrazione mi trovo a porvi di fronte un interrogativo, un punto di vista che potete scegliere di ignorare o approfondire, il confronto con la porta delle altre esistenze. (…)

[estratto dalla dispensa del seminario Fase 4 di Ricalibrazione Planetaria]

originariamente pubblicato l’8 Settembre 2022, da Manlio Di Donato.

Molti anni fa durante una sessione una cliente mi chiese se potevo cercare le cause di una dinamica che si era trovata a vivere. Procedetti normalmente cercando con la percezione eterica manuale il momento nel tempo in cui la Dissonanza associata alla tematica si era manifestata nella sua vita per la prima volta. Possiamo sempre cercare a ritroso nel tempo il momento in cui un informazione eterica si è generata, e in che dimensione eterica, comprendendone in questo modo l’essenza e facendo luce su cosa stavamo vivendo in quel momento, che scelte sono state fatte, e che quali conseguenze ciò abbia potuto portare. Questo ci permette anche di operare con molta precisione per dissolvere la tematica, con la regola del minimo sforzo nel “punto giusto” che porta il massimo risultato.
Ad esempio se pratichiamo su un incidente d’auto possiamo in realtà tornare indietro alle scelte che ci hanno condotti a trovarci in quell’auto in quella strada in quel momento e capire quindi se abbiamo deviato dal nostro percorso di vita, o al contrario se l’incidente è venuto con poca grazia a riportarci sulla “retta via”. Perché magari prima stavamo scappando dal nostro reale destino, il quale è la manifestazione potenziale di ciò che siamo, dei talenti e delle capacità innate che siamo venuti a coltivare o realizzare. O perché siamo destinati a cose più grandi, ma stavamo vivendo la vita di altri, che altri avevano deciso e proiettato su di noi, non la nostra.
Ma torniamo a quella sessione di molti anni fa. Tornai indietro con la percezione manuale, di 5 anni, di 10 anni, di 20 anni… Senza trovare un punto d’inizio della tematica. Tornai indietro direttamente ai primi 3 anni di vita e ancora niente. Si perché quasi il 90% delle dinamiche che elaboriamo nella vita nasce nei primi 3 e 5 anni di vita. Tornai alla nascita e ancora niente, quindi mi spostai sui 9 mesi della gestazione. Ma ancora niente. Verificai se l’evento era avvenuto al concepimento e ancora risultato negativo. L’informazione, la dissonanza relativa alla tematica sembrava essere sempre stata presente. A quel punto testai con le mani dentro ciò che in Ricalibrazione chiamiamo l’Akasha Personale del cliente (la sua eternità) se l’informazione della dissonanza attuale era percepibile nel salto che fra le vite precede a questa vita. La risposta fu affermativa, e istantaneamente mi si dispiegò alla vista eterica l’immagine di un esistenza precedente in cui al suo termine una donna orientale, giaceva stesa a terra in una foresta tropicale con parte del costato nella zona del fegato squarciato e dilaniato come da zanne. Praticamente stavo osservando una donna sbranata da una tigre o altro animale selvatico. Perplesso ne parlai alla cliente, la quale mi chiese se il tumore benigno che aveva nel fegato fin dalla nascita potesse centrare qualcosa… Tumore del quale ignoravo l’esistenza.
Ora come può un tumore benigno cioè che non cresce, trovarsi nel fegato di un bambino appena nato? È davvero possibile che fosse la conseguenza di uno shock non elaborato vissuto in un altra esistenza?

Questo chiaramente non toglie nulla alla medicina ed alle cure mediche (la sessione NON era sul tumore), ma vuole indagare animicamente le cause prime delle nostre vicissitudini attuali per mettere tutti i tasselli del puzzle al loro giusto posto e avviare finalmente profondi processi di Liberazione.

Il concetto di eternità dell’essenza umana è in diverse forme ben noto nelle varie tradizioni primordiali. Nella tradizione mediterranea citiamo ad esempio Pitagora di Samo il quale asseriva di poter ricordare numerose sue incarnazioni passate. Per Pitagora il ricordare passate esistenze era uno strumento per educare la mente, al quale sottoponeva tutti coloro che erano desiderosi di divenire suoi discepoli. Perché presumibilmente sfaldava l’attaccamento che abbiamo con i concetti di spazio, di tempo, e di realtà. In quanto spalancare la mente è la condizione primaria per un iniziato che vuole ottenere potere su di se e sulla realtà.

In questo stesso senso va citato Giordano Bruno: “Nascendo in questo mondo cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi. Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.”.

Allo stesso modo nella tradizione induista permane in concetto di una “coscienza eterna che si trasmette di vita in vita” il quale a differenza di quanto avvenuto in occidente non è mai svanito, ma è parte della cultura tradizionale. Al punto che nel suo libro “Autobiografia di uno Yogi” Paramahansa Yogananda, grande divulgatore dello yoga in occidente nei primi del 900, descrisse di come un giorno mentre camminava in città con alcuni suoi allievi, riconobbe l’impronta eterica di altro allievo che anni prima era deceduto molto giovane. Yogananda descrisse come seguì quella traccia per tutta la città, che percepiva come leggera ma di cui era certo appartenesse al suo allievo, fino a bussare alla porta di una casa dove scoprì che era da poco nato un bambino. Yogananda non lasciò alcun dubbio nel indicare come quel bambino era la reincarnazione del suo vecchio allievo.

Va ricordato poi di come nella tradizione del buddismo tibetano, il Dalai Lama riceveva il titolo di “reincarnato” in quanto veniva detto essere la stessa coscienza che di vita, in vita, continuava a guidare il popolo tibetano. Il Tibet prima dell’occupazione da parte della Cina comunista era una teocrazia, il Dalai Lama era allo stesso tempo un capo di stato e un capo religioso.

Tornando in occidente già Platone nel mito di Theuth descrive il processo di come l’anima si scelga un po’ per sorte un po’ per volontà la sua esistenza successiva. Nella modernità tuttavia ciò viene considerato un esercizio di retorica e non il frutto della conoscenza primordiale dell’eternità dell’Essenza Umana.

Alcune correnti esoteriche occidentali Gnostiche riconoscono poi in alcuni passi dell’Eneide di Virgilio, l’indicazione del tempo occorrente ad un anima per tornare dalle “dimore degli eroi” al mondo dei vivi, suggerendo quindi che la tradizione sacrale latina comprendesse il concetto di reincarnazione. A tal pro va ricordato che Virgilio era noto per le sue doti oracolari e teurgiche. Non solo per l’essere stato un vate, un poeta sponsorizzato dall’imperatore Ottaviano Augusto. Di quella tradizione tuttavia è sopravvissuto ben poco, per cui oggi non abbiamo accademicamente modo di conoscere l’esatto pensiero dei nostri avi su tale materia. È quindi probabile che il concetto di immortalità dell’essenza fosse ben noto nei Misteri del mondo Latino primordiale, ovvero le vie iniziatiche riservate ai pochi. Conoscenza poi persa dall’occidente ma sopravvissuta in oriente.

Tuttavia nascendo nel mondo moderno va compreso come da un lato per ricordare altre esistenze sia necessario accedere ad un potenziale generalmente sopito nei più. Non solo poiché abbiamo ereditato per secoli un punto di vista che nega ogni esperienza extra-corporea definendola come “male”, a meno che non provenga dai racconti dei santi e anche in quel caso molti di quei santi prima di essere considerati tali hanno rischiato la negazione della loro esperienza in quanto ritenuti eretici o indemoniati. Ecco che parlare di un argomento come l’esistenza di una coscienza che continua a vivere dopo la morte e che addirittura ritorna ma apparentemente senza ricordi è un fatto inconcepibile e scatena rifiuto, paura, o negazione nei più.

Eppure attraverso le pratiche da me sperimentate negli anni ho osservato la non esistenza della morte e la realtà della coscienza eterna, come molti altri prima di me. Ho ricordato alcune delle passate esistenze della Forza Osservatrice e Co-Creatrice che in me dimora e a cui diamo banalmente il nome “anima”, ovvero ciò che ci anima, ci dona movimento, distinguendoci dagli oggetti inanimati, ovvero privi di moto. Eppure l’etere scorre sempre, costantemente, non esiste almeno in teoria etere fermo. Quindi ogni cosa è in un certo senso viva? Non solo, poiché ho assistito almeno a differenti categorie di esperienze che mi fanno vedere la non esistenza del concetto di morte e la realtà della coscienza che fluisce di vita in vita.

Ecco come come operatore e come istruttore di Ricalibrazione mi trovo a porvi di fronte un interrogativo, un punto di vista che potete scegliere di ignorare o approfondire, il confronto con la porta delle altre esistenze. (…)

[estratto dalla dispensa del seminario Fase 4 di Ricalibrazione Planetaria]

originariamente pubblicato l’8 Settembre 2022, da Manlio Di Donato.

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