Ne avevo accennato nell’articolo precedente “Porte eteriche nel tempio dei Dioscuri a Roma”, e ci avevo fatto anche una “pillola di ispirazionalità”, il segno zodiacale dei gemelli ha una simbologia molto antica ed anche se resta pur sempre solo simbologia ci può mostrare le immagini interiori che ci portiamo dentro, nell’inconscio collettivo e nelle memorie ancestrali, genetiche, che abbiamo ereditato.
Questo perchè un immagine è in latino un IMAGO, una rappresentazione o imitazione. Ma può anche essere intesa con un significato differente (a cui i puristi storceranno il naso, ma prendetela come un iptoesi fantasiosa), che ricorda l’atto di porre dentro di sé, IN-MAGO. Il MAGO ovvero MAGUS, composto dai due termini MAG ed US. Il primo è affine a parole come Magno, ovvero grande. Da cui probabilmente deriva anche Mag-ma, ovvero la grande forza della madre. Mentr US è affina ad UR che può venire tradotto come ciò che sorge, il principio, la forza interiore. Che è affine a sua volta a termini come AUR, ovvero oro. Il Magus è poi anni luce distante dal significato che gli si attribuisce, di “mago” ovvero ingannatore, prestigiatore, stregone. Nasce invece dalla tradizione dei sacerdoti Persiani del fuoco sacro, il quale veniva custodito e coltivato interiormente, e poneva il Mag-Us in comunione diretta, senza intermediazioni con il Divino.
Il Mago sarebbe quindi colui che coltiva il divino dentro di sé. Ha una connotazione molto precisa e sacrale. È molto differente dal termine WYRD con significato di “fato”, dal quale si evolve per corruzione del concetto la parola “weird” ovvero “magico, ma anche bizzarro, strano”, dal quale deriva il termine inglese moderno “Wizard”. Per quanto esso sia affine a termini come “wise” ovvero “saggezza”. Semplicemente le radici culturali per quando corroono parallele ci aprono porte differenti.
L’immagine è quindi la forza che può assumere una rappresentazione del divino posta e coltivata dentro di sé per poi venire estratta, resa manifesta. Ed ecco che conoscere può anche divenire tornare ad aprire porte di potere dentro di sé, in quanto puoi vedere dove pulire ciò che è stato troncato o sigillato, per restaurare ciò che realmente sei nato per essere.
Questo concetto è alla base del simbolo zodiacale dei Gemelli. Il mito ci riporta l’immagine dei due gemelli Castore e Polluce, figli di una stessa madre, Leda, ma di padri differenti. Polluce, figlio del Dio Zeus era immortale, mentre Castore figlio del sovrano Tindaro era mortale.
Un primo livello di significato ci parla quindi di come nell’essere umano dimori una parte mortale ed una parte immortale.
Ma c’è un secondo più profondo significato, i gemelli sono ricordati in quanto valenti cavalieri. E secondo le ricerche del Giovanni Feo, il simbolo etrusco per il segno dei Gemelli era proprio il Cavallo.
Nella cultura primordiale dei popoli indoeuropei, il Cavallo era simbolo di potenza, in quanto dobbiamo immaginare uno scenario di persone che si spostano a piedi, senza altri mezzi di trasporto. Il cavallo invece è ciò che dona potenza all’essere umano, lo solleva da terra, quindi elevandolo al cielo, e gli permette di correre veloce. Per questo ed altre ragioni il cavallo viene associato tradizionalmente alla nobiltà. Ma sopratutto viene visto come simbolo dell’essere umano che ha domato il lato animale, le passioni, gli istinti, e quindi le può usare per sollevarsi da terra e toccare il cielo, compiendo opere di prodezza altrimenti impossibili.
Una piccola nota và poi fatta circa la natura eterica dei cavalli. Se avete esperienza di “energie sottili” che noi chiamiamo etere, scoprirete come i cavalli siano animali di natura decisamente cosmica, psichici e dotati di una sensibilità fuori dal comune al pari dei gatti se non maggiore. Ben diversi ad esempio dal cane e dal bue, animali invece marcatamente tellurici, radicati.
Ed ecco come nella simbologia dei gemelli più che l’inconscio, o la doppiezza, si nasconda la simbologia del domare invece gli istinti, il lato animale nell’essere umano, per raggiungere il cielo e persino superarlo, avendo fatta propria la potenza primordiale insita in ciascuno di noi.
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