Per ovviare al problema esposto negli articoli precedenti, ovvero la possibilità che un simbolo perda potere, venga deviato, riscritto da altri, o semplicemente decada nel corso del tempo in quanto era solo espressione di una forma pensiero, nella storia umana sono state sviluppate diverse soluzioni.

La prima più semplice è quella di alimentare costantemente i propri simboli, e di creare gruppi di persone che lo facciano al posto tuo. Questa è la soluzione settaria, ovvero in qui tramite la ripetizione perfetta di un rito si carica il simbolismo che la setta utilizza. Ho detto setta ma potrei dire semplicemente religione. E qui mi fermo.

Tristemente questo metodo è stato usato, e viene usato tutt’ora per dare energia non tanto al simbolo ma chi sta a capo della setta.. Il meccanismo eterico è semplice. Il simbolo del gruppo, la pergamena sacra, la foto del santone di turno, sono l’ancoraggio di una struttura eterica, un “sigillo”, il quale assorbe diverse forme di etere, in base agli scopi per cui è stato creato. Se si segue il filo eterico ci si accorge che dal sigillo esso va ad alimentare il “guru” della setta. Ma fin qui potrebbe anche andare bene, del resto sono i seguaci a voler dare la loro energia per il bene comune. Bisogna invece verificare quanto viene preso e quanto viene restituito in cambio. Una setta standard prende 99 e restituisce 1, giusto per dare l’illusione che qualcosa si muova. Un meccanismo simile è però nascosto anche nelle bandiere e nelle banconote di mezzo occidente.. Tuttavia dal 2016 tale sigillo nascosto pare essersi indebolito e in alcuni casi persino sgretolato.

Nota 1. Tutte le volte che credi col cuore in qualcosa ne stai alimentando il campo eterico, che si tratti di una squadra di calcio, di una nazione, o di una fede. Non necessariamente questo presuppone la presenza di un sigillo, ovvero una struttura eterica che volutamente assorbe la tua energia. I casi sono pochi e ben definiti.

Nota 2. Solitamente chi lavora male con le energie ben sapendo cosa sta facendo, pretende assoluta segretezza dai fedeli – e totale devozione. Non accettando che le arance usate per la spremuta possano andarsene altrove. L’argomento tuttavia è molto vasto e delicato, per cui lo rimando ad altra sede.

Simboli e Forme Pensiero

La seconda soluzione consiste nel creare un ente possibilmente autonomo, cosa tuttavia non semplice. Nel 99,9% dei casi e nella storia tutto quello che analizzo che appare non essere una forma pensiero ricade sotto questa categoria, la quale però crea una bella serie di problemi, ma andiamo con ordine.

Una forma pensiero è semplicemente un collettore di intenti ed energia psichica umana. Quando questa viene condivisa ed alimentata da tante persone essa cresce e diventa capace di manifestare degli effetti attraverso i simboli a cui è legata.

Ad esempio se ora creiamo un disegno e lo carichiamo con la nostra energia associata ad un intento preciso e chiaro, il più semplice e focalizzato possibile, ecco che avremmo creato un simbolo con qualche effetto eterico. Se poi questo viene alimentato nel tempo da più persone può crescere ed aumentare i suoi effetti, oppure venire ridotto in poltiglia eterica a causa delle troppe proiezioni che vi vengono fatte.

Simboli ed Elementali

Se invece ci si spinge un po’ più in la e si vuole far diventare una semplice forma pensiero un vero “ente eterico” si creerà un cosiddetto elementale. Ovvero un ente semi-senziente, una parvenza di vita e di coscienza, che tuttavia risponde agli intenti per i quali è stato creato.

In Tibet si definisce come Tulpa, una forma pensiero a cui l’operatore da vita, la quale diventa un ente elementale, una semplice forma eterica semi-senziente. Se ci spostiamo in occidente l’esoterismo insegna da secoli varie pratiche per evocare e vincolare spiriti, in modo da servire ai compiti dell’operatore. È evidente come le due pratiche l’evocazione occidentale e la creazione di Tulpa tibetana seguono le stesse identiche meccaniche. La leggenda del golem di Praga ne è un esempio letterario, così come lo è l’homunclus medievale.

A proposito la parola evocare nasce dal latino medievale ed ecclesiastico, essa indica solitamente il contatto con spiriti inferiori, come l’evocazione dei defunti o di entità appunto inferiori in quanto non Divine.

Queste “entità” se le analizziamo etericamente possono apparire luminose (esseri di luce che non sono luce, ma vengono scambiati per tali) o viscide e oscure. Questo dipende solo dal pacchetto di intento ed emozione (= forza psichica) che ha dato loro vita – e dal fatto che esse siano o meno alimentate.

In effetti il grosso problema è che un elementale (nome riduttivo che adottiamo per capire di cosa parliamo, ovvero di entità grezze e basilari) ha bisogno di venire nutrito. Se non viene nutrito cercherà altrove il modo per sopravvivere in quanto è appunto semi-senziente, una parvenza di vita.

Al contrario se smetti di alimentare una forma pensiero questa semplicemente si spegne e svanisce col passare del tempo.

L’elementale invece può comportarsi da vero parassita, questo dipende da chi lo ha creato, in quanto ne rispecchierà la psiche profonda.

Va poi detto che tutti noi tendiamo a creare inconsapevolmente elementali. Tante e tante forme di etere dissonante che portiamo dentro di noi e che nasce da conflitti, cicatrici, dolore mai risolto e tenuto nascosto dentro, se alimentato ossessivamente nel corso dei decenni può formare una vera e propria entità elementale. Questo è ciò che nel 99% dei casi i sensitivi di mezzo mondo osservano nelle case e agganciati alle persone, scambiandoli spesso per vere entità, alieni, diavoli, ecc..

Il problema dell’elementale viene spiegato perfettamente da Platone nel Simposio, definendo Eros come un demone, ovvero un ente che non è ne umano ne divino. Ed aggiungiamo che nasce dall’umano ed ha bisogno di venire da esso alimentato. In qualche caso anela al divino ma non essendolo non può diventarlo.

Platone parlava probabilmente di emozioni e passioni, ma definisce molto bene la natura di tali enti.

Riassumendo:

1. un elementale è un ente semi-senziente. Generato da passioni e forza psichica umana.

2. se nel tempo una forma pensiero non viene più alimentata essa si spegne e svanisce.

3. se un elementale non viene più alimentato, cercherà qualcuno che lo faccia.

4. tuttavia a differenza di una forma pensiero, un elementale non è altrettanto facile da riscrivere e deviare in quanto possiede una certa intelligenza, e potrebbe ribellarsi o persino fuggire di fronte a tali tentativi.

5. per lo stesso motivo del punto 4, cercare di dissolvere un elementale è un po’ come cercare di acchiappare una mosca. Ha la tendenza a scappare quando percepisce che puoi “restituirlo alla luce”.

Sono elementali i cosiddetti parassiti psichici che la letteratura del settore ben conosce, e che spesso “parlano” a persone molto aperte ma poco radicate, fragili e con conflitti non riconosciuti e non gestiti. Essi fingono di essere ciò che non sono, esseri di luce, ecc.. Tuttavia scoprirli è facile. Le conoscenze di un elementale sono limitate, e tende ad alimentare paura e dipendenza.

Quando un canalizzatore riporta messaggi di terrore del tipo “morirete tutti se non fate quello che dico IO” (o versioni simili), oppure messaggi che alimentano la dipendenza dal canalizzatore stesso “seguitemi sempre, solo IO vi dico la verità, e aggiunge non andate da altri” ecco che le cose sono due: O sta parlando il suo bambino interiore l’Ego fermo a 5 anni di età. Oppure sta parlando un elementale.

C’è tuttavia una terza possibilità, che è allo stesso comune e molto, molto rara, l’operare con forze eteriche di natura Divina ed il porle nella materia.

Segue..

Per ovviare al problema esposto negli articoli precedenti, ovvero la possibilità che un simbolo perda potere, venga deviato, riscritto da altri, o semplicemente decada nel corso del tempo in quanto era solo espressione di una forma pensiero, nella storia umana sono state sviluppate diverse soluzioni.

La prima più semplice è quella di alimentare costantemente i propri simboli, e di creare gruppi di persone che lo facciano al posto tuo. Questa è la soluzione settaria, ovvero in qui tramite la ripetizione perfetta di un rito si carica il simbolismo che la setta utilizza. Ho detto setta ma potrei dire semplicemente religione. E qui mi fermo.

Tristemente questo metodo è stato usato, e viene usato tutt’ora per dare energia non tanto al simbolo ma chi sta a capo della setta.. Il meccanismo eterico è semplice. Il simbolo del gruppo, la pergamena sacra, la foto del santone di turno, sono l’ancoraggio di una struttura eterica, un “sigillo”, il quale assorbe diverse forme di etere, in base agli scopi per cui è stato creato. Se si segue il filo eterico ci si accorge che dal sigillo esso va ad alimentare il “guru” della setta. Ma fin qui potrebbe anche andare bene, del resto sono i seguaci a voler dare la loro energia per il bene comune. Bisogna invece verificare quanto viene preso e quanto viene restituito in cambio. Una setta standard prende 99 e restituisce 1, giusto per dare l’illusione che qualcosa si muova. Un meccanismo simile è però nascosto anche nelle bandiere e nelle banconote di mezzo occidente.. Tuttavia dal 2016 tale sigillo nascosto pare essersi indebolito e in alcuni casi persino sgretolato.

Nota 1. Tutte le volte che credi col cuore in qualcosa ne stai alimentando il campo eterico, che si tratti di una squadra di calcio, di una nazione, o di una fede. Non necessariamente questo presuppone la presenza di un sigillo, ovvero una struttura eterica che volutamente assorbe la tua energia. I casi sono pochi e ben definiti.

Nota 2. Solitamente chi lavora male con le energie ben sapendo cosa sta facendo, pretende assoluta segretezza dai fedeli – e totale devozione. Non accettando che le arance usate per la spremuta possano andarsene altrove. L’argomento tuttavia è molto vasto e delicato, per cui lo rimando ad altra sede.

Simboli e Forme Pensiero

La seconda soluzione consiste nel creare un ente possibilmente autonomo, cosa tuttavia non semplice. Nel 99,9% dei casi e nella storia tutto quello che analizzo che appare non essere una forma pensiero ricade sotto questa categoria, la quale però crea una bella serie di problemi, ma andiamo con ordine.

Una forma pensiero è semplicemente un collettore di intenti ed energia psichica umana. Quando questa viene condivisa ed alimentata da tante persone essa cresce e diventa capace di manifestare degli effetti attraverso i simboli a cui è legata.

Ad esempio se ora creiamo un disegno e lo carichiamo con la nostra energia associata ad un intento preciso e chiaro, il più semplice e focalizzato possibile, ecco che avremmo creato un simbolo con qualche effetto eterico. Se poi questo viene alimentato nel tempo da più persone può crescere ed aumentare i suoi effetti, oppure venire ridotto in poltiglia eterica a causa delle troppe proiezioni che vi vengono fatte.

Simboli ed Elementali

Se invece ci si spinge un po’ più in la e si vuole far diventare una semplice forma pensiero un vero “ente eterico” si creerà un cosiddetto elementale. Ovvero un ente semi-senziente, una parvenza di vita e di coscienza, che tuttavia risponde agli intenti per i quali è stato creato.

In Tibet si definisce come Tulpa, una forma pensiero a cui l’operatore da vita, la quale diventa un ente elementale, una semplice forma eterica semi-senziente. Se ci spostiamo in occidente l’esoterismo insegna da secoli varie pratiche per evocare e vincolare spiriti, in modo da servire ai compiti dell’operatore. È evidente come le due pratiche l’evocazione occidentale e la creazione di Tulpa tibetana seguono le stesse identiche meccaniche. La leggenda del golem di Praga ne è un esempio letterario, così come lo è l’homunclus medievale.

A proposito la parola evocare nasce dal latino medievale ed ecclesiastico, essa indica solitamente il contatto con spiriti inferiori, come l’evocazione dei defunti o di entità appunto inferiori in quanto non Divine.

Queste “entità” se le analizziamo etericamente possono apparire luminose (esseri di luce che non sono luce, ma vengono scambiati per tali) o viscide e oscure. Questo dipende solo dal pacchetto di intento ed emozione (= forza psichica) che ha dato loro vita – e dal fatto che esse siano o meno alimentate.

In effetti il grosso problema è che un elementale (nome riduttivo che adottiamo per capire di cosa parliamo, ovvero di entità grezze e basilari) ha bisogno di venire nutrito. Se non viene nutrito cercherà altrove il modo per sopravvivere in quanto è appunto semi-senziente, una parvenza di vita.

Al contrario se smetti di alimentare una forma pensiero questa semplicemente si spegne e svanisce col passare del tempo.

L’elementale invece può comportarsi da vero parassita, questo dipende da chi lo ha creato, in quanto ne rispecchierà la psiche profonda.

Va poi detto che tutti noi tendiamo a creare inconsapevolmente elementali. Tante e tante forme di etere dissonante che portiamo dentro di noi e che nasce da conflitti, cicatrici, dolore mai risolto e tenuto nascosto dentro, se alimentato ossessivamente nel corso dei decenni può formare una vera e propria entità elementale. Questo è ciò che nel 99% dei casi i sensitivi di mezzo mondo osservano nelle case e agganciati alle persone, scambiandoli spesso per vere entità, alieni, diavoli, ecc..

Il problema dell’elementale viene spiegato perfettamente da Platone nel Simposio, definendo Eros come un demone, ovvero un ente che non è ne umano ne divino. Ed aggiungiamo che nasce dall’umano ed ha bisogno di venire da esso alimentato. In qualche caso anela al divino ma non essendolo non può diventarlo.

Platone parlava probabilmente di emozioni e passioni, ma definisce molto bene la natura di tali enti.

Riassumendo:

1. un elementale è un ente semi-senziente. Generato da passioni e forza psichica umana.

2. se nel tempo una forma pensiero non viene più alimentata essa si spegne e svanisce.

3. se un elementale non viene più alimentato, cercherà qualcuno che lo faccia.

4. tuttavia a differenza di una forma pensiero, un elementale non è altrettanto facile da riscrivere e deviare in quanto possiede una certa intelligenza, e potrebbe ribellarsi o persino fuggire di fronte a tali tentativi.

5. per lo stesso motivo del punto 4, cercare di dissolvere un elementale è un po’ come cercare di acchiappare una mosca. Ha la tendenza a scappare quando percepisce che puoi “restituirlo alla luce”.

Sono elementali i cosiddetti parassiti psichici che la letteratura del settore ben conosce, e che spesso “parlano” a persone molto aperte ma poco radicate, fragili e con conflitti non riconosciuti e non gestiti. Essi fingono di essere ciò che non sono, esseri di luce, ecc.. Tuttavia scoprirli è facile. Le conoscenze di un elementale sono limitate, e tende ad alimentare paura e dipendenza.

Quando un canalizzatore riporta messaggi di terrore del tipo “morirete tutti se non fate quello che dico IO” (o versioni simili), oppure messaggi che alimentano la dipendenza dal canalizzatore stesso “seguitemi sempre, solo IO vi dico la verità, e aggiunge non andate da altri” ecco che le cose sono due: O sta parlando il suo bambino interiore l’Ego fermo a 5 anni di età. Oppure sta parlando un elementale.

C’è tuttavia una terza possibilità, che è allo stesso comune e molto, molto rara, l’operare con forze eteriche di natura Divina ed il porle nella materia.

Segue..

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