I miei studi in materia sono cominciati dalle orme di quelli del grande ricercatore Roberto Zamperini, seguiti poi da quelli con l’amico Francesco Verticchio. Proprio come recita la famosa frase sul frontone del tempio di Apollo a Delfi Ti avverto, chiunque tu sia, che desideri sondare gli arcani della natura, che se non trovi dentro di te ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le eccellenze di casa tua, come intendi trovarne altre? In te è nascosto il Tesoro dei Tesori. Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei”. Non incontrammo aspetti numenici (divini) in oriente, né oltreoceano, ma a casa nostra, in tanti siti archeologici e specialmente nell’area sacra del Colle Palatino a Roma.

In questi luoghi abbiamo potuto osservare la presenza di Enti Divini ancora manifesti nella materia. Ed è stato proprio dallo studio di tali Forze e di come gli antichi le avevano poste nella materia che abbiamo iniziato le nostre ricerche.

La cosa che più ci ha sorpreso è stato scoprire che non solo veri e propri campi eterici di opere non più alimentate da 2000 anni sopravvivevano ancora. Ma anche di come tali enti se avvicinati con cuore (COR) e rispetto (pietas) si relazionavano con noi come se niente fosse, come se avessero piacere a farlo, ma senza creare alcuna forma di vincolo, di legame, senza prendere alcuna forma di energia.

Come hanno fatto gli antichi romani a creare tutto questo? Personalmente ho incontrato manifestazioni di enti divini molte volte nel corso dei miei studi. Ma tutte le volte essi si manifestavano attraverso rarissimi esseri umani, diciamo particolari e ben consapevoli della cosa. Oppure una scintilla di etere divino si manifestava attraverso le preghiere e le pratiche di alcune persone che avevano maturato tale connessione dentro se stessi. Insomma è sempre stato l’umano ad essere la porta tramite cui il divino si manifestava. Ma nella cultura latina al contrario ho scoperto che tali forze erano presenti e manifeste nella materia. E non erano li perché a loro piaceva, ma perché tramite antiche pratiche essi erano stati posti in quelle statue ed in quei templi. Tale era la cosiddetta Teurgia latina – l’arte di operare con gli Dei. Cosa ben diversa dal vincolare uno spirito o persuadere un elementale a svolgere dei compiti.

Concludo con una sibillina citazione che ai più non dirà nulla, figlia di tempi più recenti L’Uomo non è sminuito dall’avere una parte mortale, ma questa mortalità accresce la sua possibilità e la sua Potenza. Le sue doppie funzioni gli sono possibili per la sua doppia natura: Egli è costituito in modo da abbracciare ad un tempo il Terrestre ed il Divino.

Anzi non temiamo di affermare la Verità. L’Uomo vero è al di sopra degli Dei Celesti o perlomeno uguale a loro. Poiché nessun Dio lascia le sue sfere per venire sulla Terra, mentre l’uomo sale in Cielo e lo misura. Onde possiamo ed osiamo affermare che l’uomo è un Dio mortale e che un Dio Celeste è un uomo Immortale”. Tratto dal Corpus Hermeticum, attribuito ad Ermete Trimegistro.

C’è però da chiederci cosa intendesse Ermete Trimegistro con l’indicazione “uomo vero”. Se la scintilla della divinità è presente in ciascun essere, è anche pur vero che essa dorme. Ed allora qual’è la strada (interiore) per il suo risveglio?

Ad ogni modo per gli esploratori faccio un riassunto e aggiungo qualche considerazione finale per chi volesse fare esperienza in tal senso:

1. Un Ente Numenico (Divino) ha la facoltà di scegliere se rispondere o meno. Una Forma Pensiero ed un Elementale no. Solitamente gli Dei rispondono se chi ci si accosta ci mette cuore e rispetto, in alcuni casi (specialmente in India) invece lasciano passare solo chi si accosta con i riti tradizionali (mia esperienza).

2. Meccanicamente non necessitano di alcun nutrimento, ma se ricevono etere (intenti, preghiere, ecc..) restituiscono molto più di quanto hanno ricevuto nella misura di 9 a 1.

3. Generano etere-oro di una qualità molto raffinata, potente e dotata di una grande estensione nelle dimensioni. Se sono privi di questa qualità eterica allora non sono Dei.

4. Sembrano sfuggire al mondo terreno ed aumentano esponenzialmente il loro campo a partire dalla 3° Ottava. (nota. Un ottava è ciò che si trova oltre le dimensioni eteriche note).

5. Più ti ci relazioni e più diciamo aumenti la tua risonanza con tali Enti e più risvegli quegli stessi aspetti eterni e numenici che ti sono propri, ma che dormono (mia riflessione).

6. No, non chiedono sacrifici umani, privazioni e dogmi. Quelle sono credenze e filtri delle persone.

7. Sono Enti privi di dissonanza, tuttavia se ti ci accosti con mancanza di rispetto puoi percepirli dissonanti in quanto ti chiudono la loro porta in faccia.

Potrei aggiungere un ultimo punto ed affermare da totale eretico che a volte gli Dei si manifestano tramite persone nella misura in cui tali umani sono pronti al passo. Personalmente ho riscontrato questo in un cosiddetto canalizzatore (unico nel suo genere), così come in un vero e proprio guru indiano che trascendeva ogni logica e legge biologica. Perchè lo fanno? Forse per ricordare all’essere umano che c’è molto di più di ciò che vediamo? E di darci da fare per far fruttare ciò che abbiamo ricevuto in eredità?

Per concludere vi riporto in breve una mia personale esperienza, avvenuta tanti anni fa. Dopo aver preso contatto ed osservato molti Enti Numenici, specialmente dell’antico Mediterraneo e tratto le mie conclusioni, mi sono spostato nello studio del pantheon norreno. Qui la cosa che mi ha colpito è il grande mix fra spiriti di natura, forze naturali ed Enti Divini veri e propri che la tradizione sembra riportare. Non tutte le informazioni che ci sono state tramandate sono corrette, ma sono state pesantemente (o volutamente?) alterate. Quando ho chiesto di entrare in contatto richiamandone fra le mani il Campo Eterico dell’Ente noto come Óðinn (il Dio norreno Odino) ad esempio oltre alla percezione di oro-numenico che contraddistingue un ente divino (nota. se ne è privo non è un Dio ma uno spirito ingannatore), notai che c’era dell’altro. Un energia rosa ed amorevole che compenetrava l’oro del Dio. Ora com’è possibile che in un Dio associato alle battaglie sia presente ciò che chiamiamo Amore? Quanto le fonti storiche sono state alterate per motivi religiosi da coloro che le hanno tramandate?

Infine una mia precisazione, (perchè se uno vuole essere eretico lo fa fino in fondo tanto da venire considerato tale anche per coloro che già sono eretici.): Mettete da parte la fede, anche quella negli Dei antichi. Tutto va misurato e reso conoscibile. È tramite tale azione, il misurare anche il Dio che apriamo quella porta in più con il Divino, nascosta dietro le credenze ed il bisogno di sicurezza che un autorità superiore può dare. Quando ricordi che sei tu ad avere il compito di guidare la tua vita, di essere maestro di te stesso ecco che li inizia ogni cosa.

Ai posteri l’ardua sentenza, dicevano.

I miei studi in materia sono cominciati dalle orme di quelli del grande ricercatore Roberto Zamperini, seguiti poi da quelli con l’amico Francesco Verticchio. Proprio come recita la famosa frase sul frontone del tempio di Apollo a Delfi Ti avverto, chiunque tu sia, che desideri sondare gli arcani della natura, che se non trovi dentro di te ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le eccellenze di casa tua, come intendi trovarne altre? In te è nascosto il Tesoro dei Tesori. Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei”. Non incontrammo aspetti numenici (divini) in oriente, né oltreoceano, ma a casa nostra, in tanti siti archeologici e specialmente nell’area sacra del Colle Palatino a Roma.

In questi luoghi abbiamo potuto osservare la presenza di Enti Divini ancora manifesti nella materia. Ed è stato proprio dallo studio di tali Forze e di come gli antichi le avevano poste nella materia che abbiamo iniziato le nostre ricerche.

La cosa che più ci ha sorpreso è stato scoprire che non solo veri e propri campi eterici di opere non più alimentate da 2000 anni sopravvivevano ancora. Ma anche di come tali enti se avvicinati con cuore (COR) e rispetto (pietas) si relazionavano con noi come se niente fosse, come se avessero piacere a farlo, ma senza creare alcuna forma di vincolo, di legame, senza prendere alcuna forma di energia.

Come hanno fatto gli antichi romani a creare tutto questo? Personalmente ho incontrato manifestazioni di enti divini molte volte nel corso dei miei studi. Ma tutte le volte essi si manifestavano attraverso rarissimi esseri umani, diciamo particolari e ben consapevoli della cosa. Oppure una scintilla di etere divino si manifestava attraverso le preghiere e le pratiche di alcune persone che avevano maturato tale connessione dentro se stessi. Insomma è sempre stato l’umano ad essere la porta tramite cui il divino si manifestava. Ma nella cultura latina al contrario ho scoperto che tali forze erano presenti e manifeste nella materia. E non erano li perché a loro piaceva, ma perché tramite antiche pratiche essi erano stati posti in quelle statue ed in quei templi. Tale era la cosiddetta Teurgia latina – l’arte di operare con gli Dei. Cosa ben diversa dal vincolare uno spirito o persuadere un elementale a svolgere dei compiti.

Concludo con una sibillina citazione che ai più non dirà nulla, figlia di tempi più recenti L’Uomo non è sminuito dall’avere una parte mortale, ma questa mortalità accresce la sua possibilità e la sua Potenza. Le sue doppie funzioni gli sono possibili per la sua doppia natura: Egli è costituito in modo da abbracciare ad un tempo il Terrestre ed il Divino.

Anzi non temiamo di affermare la Verità. L’Uomo vero è al di sopra degli Dei Celesti o perlomeno uguale a loro. Poiché nessun Dio lascia le sue sfere per venire sulla Terra, mentre l’uomo sale in Cielo e lo misura. Onde possiamo ed osiamo affermare che l’uomo è un Dio mortale e che un Dio Celeste è un uomo Immortale”. Tratto dal Corpus Hermeticum, attribuito ad Ermete Trimegistro.

C’è però da chiederci cosa intendesse Ermete Trimegistro con l’indicazione “uomo vero”. Se la scintilla della divinità è presente in ciascun essere, è anche pur vero che essa dorme. Ed allora qual’è la strada (interiore) per il suo risveglio?

Ad ogni modo per gli esploratori faccio un riassunto e aggiungo qualche considerazione finale per chi volesse fare esperienza in tal senso:

1. Un Ente Numenico (Divino) ha la facoltà di scegliere se rispondere o meno. Una Forma Pensiero ed un Elementale no. Solitamente gli Dei rispondono se chi ci si accosta ci mette cuore e rispetto, in alcuni casi (specialmente in India) invece lasciano passare solo chi si accosta con i riti tradizionali (mia esperienza).

2. Meccanicamente non necessitano di alcun nutrimento, ma se ricevono etere (intenti, preghiere, ecc..) restituiscono molto più di quanto hanno ricevuto nella misura di 9 a 1.

3. Generano etere-oro di una qualità molto raffinata, potente e dotata di una grande estensione nelle dimensioni. Se sono privi di questa qualità eterica allora non sono Dei.

4. Sembrano sfuggire al mondo terreno ed aumentano esponenzialmente il loro campo a partire dalla 3° Ottava. (nota. Un ottava è ciò che si trova oltre le dimensioni eteriche note).

5. Più ti ci relazioni e più diciamo aumenti la tua risonanza con tali Enti e più risvegli quegli stessi aspetti eterni e numenici che ti sono propri, ma che dormono (mia riflessione).

6. No, non chiedono sacrifici umani, privazioni e dogmi. Quelle sono credenze e filtri delle persone.

7. Sono Enti privi di dissonanza, tuttavia se ti ci accosti con mancanza di rispetto puoi percepirli dissonanti in quanto ti chiudono la loro porta in faccia.

Potrei aggiungere un ultimo punto ed affermare da totale eretico che a volte gli Dei si manifestano tramite persone nella misura in cui tali umani sono pronti al passo. Personalmente ho riscontrato questo in un cosiddetto canalizzatore (unico nel suo genere), così come in un vero e proprio guru indiano che trascendeva ogni logica e legge biologica. Perchè lo fanno? Forse per ricordare all’essere umano che c’è molto di più di ciò che vediamo? E di darci da fare per far fruttare ciò che abbiamo ricevuto in eredità?

Per concludere vi riporto in breve una mia personale esperienza, avvenuta tanti anni fa. Dopo aver preso contatto ed osservato molti Enti Numenici, specialmente dell’antico Mediterraneo e tratto le mie conclusioni, mi sono spostato nello studio del pantheon norreno. Qui la cosa che mi ha colpito è il grande mix fra spiriti di natura, forze naturali ed Enti Divini veri e propri che la tradizione sembra riportare. Non tutte le informazioni che ci sono state tramandate sono corrette, ma sono state pesantemente (o volutamente?) alterate. Quando ho chiesto di entrare in contatto richiamandone fra le mani il Campo Eterico dell’Ente noto come Óðinn (il Dio norreno Odino) ad esempio oltre alla percezione di oro-numenico che contraddistingue un ente divino (nota. se ne è privo non è un Dio ma uno spirito ingannatore), notai che c’era dell’altro. Un energia rosa ed amorevole che compenetrava l’oro del Dio. Ora com’è possibile che in un Dio associato alle battaglie sia presente ciò che chiamiamo Amore? Quanto le fonti storiche sono state alterate per motivi religiosi da coloro che le hanno tramandate?

Infine una mia precisazione, (perchè se uno vuole essere eretico lo fa fino in fondo tanto da venire considerato tale anche per coloro che già sono eretici.): Mettete da parte la fede, anche quella negli Dei antichi. Tutto va misurato e reso conoscibile. È tramite tale azione, il misurare anche il Dio che apriamo quella porta in più con il Divino, nascosta dietro le credenze ed il bisogno di sicurezza che un autorità superiore può dare. Quando ricordi che sei tu ad avere il compito di guidare la tua vita, di essere maestro di te stesso ecco che li inizia ogni cosa.

Ai posteri l’ardua sentenza, dicevano.

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