Nella Ricalibrazione Planetaria viene fatto un completo studio sulla mente e sulla percezione eterica manuale come preparazione per poi imparare a richiamare Campi Informativi con cui praticare. Alcune tematiche affrontate negli articoli e nei video possono risultare difficili, rispondo quindi qui alla domanda che mi viene spesso posta:
Domanda: Ma serve “tutto questo” per richiamare le forze planetarie? Non basta sintonizzarmi sul “canale dei maestri” e farlo?
Risposta: “Tutto questo” serve perché quando fai operare le forze planetarie dentro di te cominci a vedere e comincia ad emergere tutto quello che sembrava rimosso. Eventi, memorie, sentimenti. Cominci a confrontarti con un livello profondo di te che forse non conoscevi. È facile cadere nel dramma, nella paura a questo punto. È facile che i cambiamenti che puoi portare sembrano troppo forti o troppo grandi. O all’opposto si finisce per credere di essere eletti, illuminati, si crede di percepire verità universali, valide sempre e per tutti, e che gli altri sono in errore se non si conformano a ciò che comunichiamo loro.
Per questo, per darti basi solide che nascono dalla capacità di osservare in te cosa avviene mentre avviene restando sereno, neutrale, nasce il corso introduttivo.
Cominciamo con il confrontarci con l’errore.
Alcuni di voi forse si sentono a disagio pensando di non avere le qualità adatte.
Altri hanno paura perché credono di avere le qualità opposte.
Altri ancora possono sfiduciarsi credendo di avere nessuna qualità.
Altri magari invece desiderano o pensano di avere già tutto questo.
Qui vi dico mettete da parte il credere.
Mettete da parte le aspettative sul risultato.
C’è nessun risultato da raggiungere.
Permettetevi di fare esperienza.
Alcuni potranno trarre la conclusione di fare gli esercizi (discorso valido per ogni disciplina) in modo sbagliato e di non ottenere risultati. Ebbene sbagliano. Perché non c’è un modo giusto o sbagliato, non c’è un risultato. C’è solo la pratica e l’approfondimento della pratica.
Nella Ricalibrazione Planetaria, le pratiche presentate nel Corso Introduttivo, hanno lo scopo di farvi osservare la natura della mente. Quindi l’instabilità della mente. E anche la stabilità potenziale della mente. Da cui si raggiunge la limpida forza di volontà, di una mente allenata. Esse hanno lo scopo di allenarvi a restare osservatori anche quando vi sentite come mari in tempesta, come tigri pronte alla lotta, come scimmie che giocano. Hanno lo scopo di mettervi in mano la possibilità di scoprire che nonostante le emozioni e le reazioni che provate agli eventi esterni e interni a voi, potete coltivare una mente capace di osservare coltivando spazio, pace, compassione, se lo volete. E specialmente di accelerare, in modo sano in voi queste realizzazioni.
Solo dopo aver allenato la mente e fatto esperienza della sua natura parleremo di Dio, di Dei, di Etere, e di Forze Eteriche. Perché in tal modo ridurremo le elucubrazioni, le fantasticherie, e riporteremo il tutto alla scoperta concreta e pratica delle Forze Eteriche, scevri da dogmi, da “il mastro ha detto che”, da credenze, dal perdersi in aspettative e giochi mentali.
Alcuni poi credono di dover creare a forza un silenzio interiore, di dover forzare la mente a tacere. Noi invece pratichiamo l’apertura e l’accettazione di ciò che – ora e in questo momento – stiamo vivendo, come porta verso la capacità di cogliere ciò che ora esiste.
Nelle pratiche eterico-vibrazionali o praniche, la difficoltà sta nel percepire correttamente ciò che avviene, e in secondo luogo nel riuscire a praticare con efficacia su noi stessi. Questo però è un ostacolo solo se non pratichiamo accoglienza e osservazione verso noi stessi. Al contrario tendiamo a reagire e censurarci alcuni aspetti di noi. Oppure sviluppiamo la credenza che per essere efficacia dobbiamo far tacere a forza i pensieri, silenziandoli. Questo per chi vi riesce può effettivamente dare maggiore “focus”, maggiore capacità di concentrazione, ma la stessa concentrazione lo stesso focus la stessa volontà si ottiene attraverso l’accettazione di ciò che ora stiamo provando e sperimentando. Cosa che a lungo termine ci aiuta a cogliere e percepire uno scenario molto più ampio. Al contrario silenziando forzatamente i pensieri, si finisce per educare l’inconscio a nascondersi, non certo a tacere. Biologicamente la mente pensa sempre. Ecco che eliminare una parte di se è irreale. È reale invece educare la mente alla presenza. Molti si accostano alla meditazione sperando di imparare controllare le emozioni, tappandole, perché vogliono tappare ciò che percepiscono come disagio, come qualcosa che viene giudicata spiacevole o sconveniente – ma ciò è errato. La meditazione “sana” ci aiuta invece ad accogliere quelle emozioni e quelle reazioni, permettendoci invece di restare neutrali, di non partecipare a drammi, giudizi, mantenendoci fermi, accoglienti, neutrali. Questo permette all’esperienza interiore di dischiudersi nella sua autenticità. Questo ci aiuta a riscoprire la nostra autenticità, anziché giocare nasconderci dietro specchi.
Molti esseri umani incolpano gli altri di ciò che esse provano, ma anche di difficoltà, e di errori. Pochi si assumono la responsabilità di cambiare realmente la loro vita. Facciamo questo perché temiamo il guardarci dentro. Temiamo di venire giudicati se ammettiamo un cedimento. Crediamo di dover esternare perfezione assoluta. Chiediamo quindi agli altri di gestire al posto nostro la nostra vita, di salvarci… Dimenticandoci che nell’autenticità, nel contatto intimo con noi stessi – che abbiamo spesso dimenticato – risiede la chiave per ogni cambiamento, per ogni realizzazione.
Dietro ogni manifestazione interiore che non ci piace c’è sempre una parte di noi inconscia che grida per richiamare l’attenzione ed essere ascoltata. Il non ascolto porta solo verso la strada della nevrosi, della lotta interiore, e se combatto con l’inconscio chi vince? Non è che alla fine ci ritroviamo semplicemente pieni di botte?
L’inconscio chiamato anche lato ombra è il 90% della mente. Quella che chiamiamo coscienza è solo il 10% di razionale che pensa di essere al comando.
Ora chi ha più potere? Il 10% di razionale o il 90% di istintivo?
Ecco che combattere l’inconscio e quindi combattere le emozioni che si sperimentano è chiaro come sia fin da subito una strategia vana.
L’inconscio non è cattivo. L’inconscio chiede però di essere ascoltato e come una spugna utilizza tutto quello che facciamo nei suoi confronti per comunicare con noi – come se fosse un bambino che cerca di usare il solo linguaggio che ci vede usare per comunicare con noi.
Ora se ci poniamo con un atteggiamento giudicante, ostile nei nostri stessi confronti come pensate che l’inconscio poi decida di comunicare? E come comunica l’inconscio? È presto detto: con emozioni, con sogni e incubi, e persino con la chimica del corpo (ormoni, energia fisica, ecc).
L’inconscio è la somma di pulsione, memoria, e intelligenza istintiva. È il “cervello” che abbiamo nella pancia e nel cuore.
Lo si chiama anche lato ombra perché è non visibile, nascosto. Ma è un ombra che può essere compresa e utilizzata, perché l’inconscio è anche il custode della nostra vera illimitata forza.
La presenza mentale è quindi il primo passo per deporre le armi e fare amicizia con noi stessi. Nella vita di tutti i giorni questo ci può aiutare a superare con più facilità i momenti di difficoltà e a trovare le risorse per superare gli ostacoli senza bisogno di essere dipendenti da altri. Il resto degli strumenti, campi informativi, idee, analisi, condivise serve a raffinare il risultato ed incrementare l’efficacia. Gli stessi campi informativi nascono – non da una “canalizzazione estemporanea” del tipo che un giorno ci siamo svegliati e dopo un sogno abbiamo scoperto il segreto dell’universo. Ma nascono dalle modalità di approccio appena accennate e dal costante analizzare e condividere le analisi, dalla ricerca “insoddisfatta dei risultati ottenuti anche se eccellenti”, scevra dal “credere per fede cieca” ma fatta con insaziabile curiosità e consapevolezza che si può fare sempre meglio di quanto si era fatto ieri.
Pubblicato Originariamente il 26 Dicembre 2020, da Manlio Di Donato.
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